Giovanni Allevi, il qui ed ora, ed il santo budino al cioccolato
Giovanni Allevi, con la sua malattia affrontata con forza, coraggio ed energia, continua il suo percorso di cura con una sincerità disarmante, capace di trasformare ogni esperienza, anche la più difficile, in un’occasione di riflessione. Racconta: «È un momento bellissimo quando alla fine di una infusione (la mia ventitreesima!!) ti portano il budino al cioccolato». Non si tratta di chemioterapia: «È un farmaco potente ed efficace per la cura delle ossa. No, è un’altra cosa. Mi fa stare male per 10 giorni, sbarellato direi, come se avessi la febbre. Anche il dolore alle ossa aumenta. Ma l’effetto è quello di rinforzare il tessuto osseo».
Ciò che colpisce è la capacità di vedere bellezza anche dentro al dolore. Per lui la sala d’accettazione dell’Istituto dei tumori non è solo un luogo di attesa, ma uno spazio di umanità e amore verso il prossimo. Dice: «È una forza che ricevo anche dagli altri pazienti in quello che per me è un luogo sacro: la sala d’accettazione all’Istituto dei tumori. Una stanza grandissima con tanti guerrieri. Ci aiutiamo, ci abbracciamo».
Con la sua dolce determinazione, aggiunge: «Secondo le statistiche io ho davanti due anni ancora, ma prometto che festeggerò i 95 anni, perché non credo alle statistiche». E poi ci regala una delle riflessioni più profonde: «In questi 3 anni mi sono chiesto cosa significhi vivere pienamente. Significa vedere e vivere tutto con uno sguardo diverso, focalizzare l’attenzione sul presente senza che sia inquinato da aspettative future e da ricordi del passato».
Queste parole non riguardano solo chi combatte contro una malattia, ma ciascuno di noi. Quando attraversiamo un dolore, che sia per la perdita di una persona amata o di un animale che ci ha accompagnato per anni, viviamo un lutto. È un vuoto che sembra impossibile da colmare, eppure la vita ci chiede di imparare a guardare diversamente. Allo stesso modo, quando vediamo soffrire qualcuno a cui vogliamo bene, o quando ci troviamo davanti alla malattia di un animale che amiamo, il dolore diventa parte della nostra quotidianità.
E questo lo vedo ogni giorno anche nel mio lavoro. Moltissime persone che mi contattano lo fanno proprio mentre stanno vivendo il qui ed ora in mezzo al dolore: spesso hanno un animale che sta male, che soffre o che magari non c’è più. In quei momenti scelgono di ritagliarsi un attimo per essere felici, per essere più serene, per pensare al presente. Mi chiedono un ritratto del loro animale su un sasso di mare o su una tela, non per negare il dolore, ma per dare ad esso una forma che possa consolare. Con questo gesto di fiducia nella bellezza, nella poesia e nell’arte, trovano sollievo: si coccolano, si permettono una pausa di dolcezza e tornano a respirare con un cuore più leggero.
Il qui ed ora non cancella la sofferenza, ma ci permette di attraversarla con amore verso gli animali e amore verso il prossimo, sostenuti dalla forza, dal coraggio e dall’energia che la bellezza può dare. Se vuoi vedere alcune delle mie creazioni o sapere come trasformare il ricordo del tuo animale in un ritratto, visita bysa.it oppure scrivimi su WhatsApp per informazioni e ordini.
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